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TOSCANAGOL FORTE DEI MARMI CAMPIONE: "Finale di stagione voluto e SOGNATO"


L'allenatore degli Allievi Luca Mosti


Il Forte dei Marmi 2015 si è aggiudicato il Torneo Regionale Allievi con pieno merito, rifilando un poker al Cgc Capezzano Pianore nella finalissima disputata sul neutro di Porcari.

Il gradito secondo posto solitario in campionato dietro la corazzata Tau Calcio Altopascio era stato un ottimo biglietto da visita in prospettiva del Torneo Regionale, obiettivo che i giovani ambiziosi “squali” hanno centrato in pieno. Per il sodalizio oltre la vittoria della Juniores Provinciale un altro trofeo da mettere in bacheca, scrivendo il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione.

Chi ci fa rivivere il film della straordinaria stagione della squadra Allievi Elite è il tecnico massese Luca Mosti, figlio d’arte, autentico ex centrocampista giramondo avendo indossato ben ventidue diverse casacche nei gironi della quarta serie attraverso l’Eccellenza, Promozione per chiudere con la Prima Categoria, collezionando nei quattro lustri di carriera oltre cinquecento partite e mettendo a referto un centinaio di reti. Da allenatore sempre sui campi ai confini delle province di Massa Carrara e la limitrofa Lucca inizia il suo percorso di allenatore nel Don Bosco Fossone con gli Juniores Regionali e successivamente nel torneo di Promozione, a fine anno arriva al Forte dei Marmi alla guida degli Allievi Provinciali. L’anno dopo passa al Romagnano in Prima Categoria per ritornare il campionato dopo nuovamente al Forte con gli Allievi Regionali, sempre in Versilia dopo un solo anno il salto nella Juniores Nazionale del Real Forte Querceta. Dopo l’esperienza del Real nuovo cambio di provincia, a Montignoso tecnico dei Giovanissimi Elite. Nelle ultime due stagioni è l’allenatore degli Allievi Elite del Forte dei Marmi 2015 dove pochi giorni fa ha portato a termine una straordinaria stagione culminata con il meritato premio del Torneo Regionale.

Mister che anno è stato, quale segreto per arrivare in fondo, nel vostro progetto c’era un obiettivo ben definito? “Direi che quest’anno è stato particolare - esordisce il tecnico massese - unico sotto tutti i punti di vista, dai risultati prettamente sportivi, agli occhi di tutti, per arrivare agli aspetti umani di un gruppo coeso, amico, pronto a sacrificarsi l’uno per l’altro. Perché quando poi arrivi in fondo e vinci praticamente sempre è troppo riduttivo pensare che quel gruppo fosse solo forte tecnicamente. Ci sono vittorie e vittorie, squadre, società costruite per vincere e squadre come la mia che non aveva nulla di tutto questo. Noi ci siamo andati a prendere la gloria iniziando dal basso, dal nulla, ragazzi, giocatori, arrivati o confermato dai provinciali sui quali nessuno avrebbe scommesso un solo euro. Ma è proprio questo che ha creato una macchina perfetta. Quella consapevolezza di essere forti di poter battere chiunque quando nasce attraverso i sacrifici, attraverso il duro lavoro, attraverso il credere ciecamente in quello che viene provato in settimana, non può essere paragonabile a quella certezza che ti viene concessa solo per il tuo passato e per il blasone della maglia che indossi. Che ne sanno i più bravi di ciò che si prova ad essere considerati sempre inferiori, che ne sanno di quelle sensazioni che nascono nello stomaco di chi dal nulla arriva più in alto di molti altri, quegli sguardi arrossati, gonfi di lacrime per le emozioni che le rivincite sportive riescono a darti, quei volti silenziosi che nel pre partita mentre parlavo ai miei ragazzi esprimono gratitudine e voglia di abbattere l’ennesimo avversario con la certezza di essere diventati una squadra imbattibile. I risultati, le innumerevoli vittorie, faranno in modo che saremo ricordati nel tempo e nelle statistiche, ma per noi che l’abbiamo vissuta, ciò che conta veramente è che tutti abbiamo preso consapevolezza e certezza di noi stessi e delle nostre qualità morali oltre a quelle tecniche. Auguro ai miei ragazzi di poter esprimere tutte queste capacità acquisite nelle loro prossime avventure, che spero per ognuno di loro siano ricche di soddisfazioni sportive ma soprattutto personali”.

Arriviamo alla grande impresa post campionato, un finale di stagione di alto profilo, quali sono stati i punti di forza della squadra? “Parlando della fase finale del Torneo Regionale i risultati parlano da soli. Abbiamo vinto cinque partite su cinque eliminando una squadra fortissima come l’Arezzo negli ottavi con un netto 4-1 e vincendo poi i quarti e semifinali sempre con largo margine fino alla finalissima dove ci siamo tolti la soddisfazione di battere i cugini del Capezzano (una vittoria per parte in campionato) con un risultato ed una prestazione che a mio parere non lascia molte repliche ai nostri avversari. Tutte e cinque le partite sono state dominate dimostrando solidità in fase difensiva con i soli tre goal subiti di cui uno su rigore e due in una partita dove conducevamo già per 5-0, una fase offensiva mostruosa con una media di 3 goal a partita. Mi permetto di dire un finale di stagione desiderato, voluto e sognato che rende merito ad una squadra che ha saputo stupire e sovvertire qualsiasi pronostico. Per quanto mi riguarda non posso più considerarmi un allenatore giovane alle prime armi - conclude la sua personale pagina esprimendo a 360° alcuni lati positivi e meno - quello lo ero un po’ di tempo fa quando ancora in piena attività calcistica (35 anni) ho smesso di giocare perché illuso, come molti giovani e bravi allenatori di oggi, che attraverso le capacità ed i risultati si possa allenare. Le capacità sono sentenziate da pareri di presunti professionisti del settore che nemmeno ti hanno mai visto lavorare, ma che hanno comunque la facoltà di riuscire a negare anche l’evidenza di quei risultati sportivi oggettivi, che perlomeno dovrebbero far pensare. Nel calcio di oggi la meritocrazia è cosa rara, i risultati non contano, le capacità ancora meno. Amicizie ed ancor di più sponsor rendono un normalissimo allenatore mediocre, l’allenatore del momento e nel tempo. Oggi sono anche io un allenatore più consapevole delle mie capacità e questo al netto di quello appena detto mi basta e mi soddisfa. Nel frattempo il calcio è una passione che riesce ad emozionarmi come nulla e finché sarà così, sarà un piacere trasmettere le mie conoscenze ai giovani ragazzi che con passione e determinazione, vogliono ancora coltivare il sogno di poter giocare a calcio”.

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